Immersione Villa Protiro

Di particolare interesse è il vasto bacino occidentale utilizzato come approdo per i natanti di discrete dimensioni, il “Lacus Baiani” e protetto a sud da una doppia fila di piloni. Posto nella zona A dell’ AMP sommersa di Baia, il sito, definito da un percorso guidato con piantine indicative, si snoda su una strada sulla quale si affacciano una serie di taverne e una villa privata, la villa con ingresso “A Protiro”. Tale villa fu così definita per l’esistenza di un particolare porticato con due grandi colonne ed ai lati la classica disposizione di panche all’esterno, li presenti  per l’attesa di persone, il che fa attribuire la grande villa  ad un uomo di legge o di scienza o anche ad una schola philosophica.

L’ingresso a protiro era inquadrato da due lunghi sedili in muratura, oltrepassato il vestibolo (sul quale si affaccia l’ambiente dell’”ostiarius” o portinaio), si giunge nell’atrio dalle pareti rivestite di marmo, similmente agli ambienti adiacenti che, in diversi casi, erano pavimentati in mosaico. Preceduta da una fila di botteghe, la villa consta di due parti, una termale ed una residenziale, separate da un bacino rettangolare, un grande giardino attorniato da un peristilio di cui si possono notare le basi ed alcuni spezzoni di colonna. E’ visibile su questi e sui corricoli delimitanti il grande giardino, il tentativo di colmare l’innalzarsi delle acque, con il rialzo del piano di calpestio a mezzo di cementizio. Il grande giardino era in comunicazione col mare e abbellito da statue, una delle quali (del tipo dell’Afrodite dei Giardini di Alcamene) è stata recentemente recuperata e si nota il grande piedistallo ove era posta al centro del giardino. Una serie di stanze si affacciano su un atrio centrale dal quale ricevono la luce. In una di questa stanze è possibile ammirare uno splendido mosaico in opus sectile, denominato “ a pelte” composto da tessere bianche e nere, riproduce con motivi esagonali e semicircolari la stilizzazione dello scudo classico ellenico appunto definito pelte o peltarion. Oltre, verso nord, si possono ammirare degli ambienti termali con ancora visibili i doppi pavimenti a “sospensurae” ed i condotti del vapore che alimentavano i “calidarium” delle terme. Verso ovest vi sono alcuni esempi di pavimentazione in marmo bianco e cipollino, molto preziosi. Alle spalle del calidario , nel 2018, fu rinvenuto un complesso musivo conosciuto come “i Pancrazisti” ovvero atleti olimpionici che praticavano la Pancrazio, un misto di lotta e pugilato praticato in grecia, nel mosaico sono riprodotti due atleti e due “arbitri” degli atleti, pare famosi all’epoca, si azzardano i nomi Elix, vincitore olimpico del 213, Alexander ed un meno noto Magira, le quali fattezze sono riprodotte anche nel mosaico rinvenuto nell’Apoditerium della villa Puteolana del suburbio orientale. Il mosaico ha una grande carica emozionale per l’abilità dell’autore che ha “fermato” come sospeso, il momento di massimo sforzo di agonismo degli atleti.  Nella zona ad ovest , recente scoperta, è stato rinvenuto un vastissimo mosaico riproducente animali marini, ovvero un grande delfino, un tonno, forse una cernia ed una murena, che non mancava mai sulle tavole dei Romani.  Il mosaico è attualmente non visitabile poichè necessita di interventi di restauro di un certo rilievo. Attualmente l’area è sottoposta ad un intenso lavoro di scavo e riserva, di continuo, ulteriori sorprese.

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